chirurgia plastica

Otoplastica

INFORMAZIONI GENERALI

Si tratta di un intervento chirurgico che mira alla correzione delle orecchie ad ansa, (dette comunemente a sventola) ovvero di quei casi in cui i padiglioni auricolari risultino un po’ troppo sporgenti e distanti dalla nuca a causa di una malformazione della cartilagine, lo scheletro portante dell’orecchio. Come per tutti i problemi di tipo estetico, anche per le orecchie a ventola è consigliabile consultare un chirurgo plastico per discutere l’entità del difetto, le possibilità di correzione e la motivazione personale, che è un elemento fondamentale da valutare: per i bambini o gli adolescenti in particolare la correzione di un difetto, soprattutto se è molto evidente, serve a tenere sotto controllo disagio e insicurezza. L’unico modo di risolvere il problema è un semplice intervento chirurgico che si chiama otoplastica. Si può eseguire a qualsiasi età, ma è preferibile rimandarlo almeno dopo i 7-8 anni, quando il padiglione auricolare è già sufficientemente sviluppato. L’intervento non ha nessuna ripercussione sull’udito. Le cicatrici sono generalmente nascoste sulla faccia posteriore del padiglione auricolare, rivolte verso il cranio. Nel corso della visita preoperatoria il chirurgo valuta il difetto e spiega al paziente le possibilità chirurgiche correttive, il decorso postoperatorio e le possibili complicanze.

PREPARAZIONE PRE-OPERATORIA

Prima dell’operazione il/la paziente deve leggere e firmare un consenso informato all’intervento, che viene controfirmato anche dal chirurgo, dove sono descritte tutte le notizie che riguardano l’intervento: modalità, tecnica utilizzata, anestesia, convalescenza, rischi e possibili complicanze. Verranno prescritti specifici esami di laboratorio ed un elettrocardiogramma in preparazione all’intervento. Si consiglia di non assumere aspirina o medicamenti che la contengono per due settimane prima dell’intervento e due settimane dopo, essi infatti possono causare sanguinamento e quindi aumentare il rischio di complicanze.

L’INTERVENTO

L’intervento può essere realizzato in anestesia locale semplicemente rendendo insensibile il padiglione auricolare con punture locali o eventualmente in anestesia locale con sedazione. L’operazione consiste in una piccola incisione praticata nel solco posteriore dell’orecchio. Si esegue successivamente l’asportazione di una piccola losanga di cute e così facendo si accede alla porzione di cartilagine da modificare; la piega mancante (antelice) viene ricreata. Se necessario, vengono eliminate le parti di cartilagine in eccesso. Si provvede alla stabilizzazione della nuova forma delle orecchie mediante dei punti interni e l’incisione viene suturata. L’intervento di otoplastica ha una durata di poco più di 1 ora. Trattandosi di un intervento che si esegue in regime ambulatoriale o in day hospital (quindi in anestesia locale) il paziente sarà in grado di fare ritorno a casa dopo poche ore di osservazione. Appena eseguita l’otoplastica, sarà necessario usare una benda che circondi la testa in modo da proteggere le orecchie, per circa 48 ore. Successivamente il paziente indosserà una fascia tipo “tennista” per 15 giorni 24 ore al giorno ed i successivi 15 solo di notte.

Il paziente potrà fare la doccia e lavare i capelli dopo 3 giorni, poiché la medicazione è di ultima generazione water resistant.  La rimozione della medicazione e dei punti, che verrà effettuata dopo due settimane. La cicatrice sarà in poco tempo praticamente invisibile. E’ consentita la ripresa delle attività sportive leggere dopo due settimane circa, mentre per quelle più pesanti si raccomanda di attendere circa 5-6 settimane. La sensibilità del padiglione auricolare può essere modificata per alcuni mesi, mentre non si presentano problemi uditivi di alcun tipo.

POSSIBILI COMPLICANZE

Il sanguinamento che solitamente è dovuto alla mancata compressione o a traumi diretti, può avvenire e necessita di essere drenato rapidamente; è bene pertanto segnalare al chirurgo la comparsa di dolore importante nei primi giorni postoperatori in quanto potrebbe essere indicativo di presenza di sangue fra la cute e la cartilagine dell’orecchio. Le infezioni sono rare e possono essere trattate con successo con terapia antibiotica. Cicatrici patologiche tipo cheloidi possono presentarsi in queste sedi e richiedono un trattamento con cortisonici. In alcuni casi l’orecchio può ritornare, seppure parzialmente in posizione prominente rispetto a quanto ottenuto con l’intervento: in tali casi dovuti per lo più a mancata o errata compressione o a rottura traumatica della sutura che rimodella la cartilagine può essere opportuno effettuare una correzione secondaria generalmente in anestesia locale. Il risultato è generalmente stabile nel tempo con buona soddisfazione dei pazienti operati e del chirurgo.

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